La cultura del cucinare il cibo commestibile attraverso il calore e la cottura
In tutto il regno animale, solo la specie umana ha la possibilità dell’uso della parola, della scrittura e dell’arte e, cosa ancor più interessante, è l’unica specie che possiede (a nostra fortuna) la cultura del cucinare il cibo attraverso il calore.
In tutti i paesi del mondo, tutti i popoli, chi in misura maggiore e chi in misura minore, sono avvezzi comunemente all’utilizzo della cottura dei cibi, alcuni dei quali addirittura infondono nella qualità della cottura, l’elemento del piatto di maggior spessore per la sua buona riuscita:
Basti pensare a quanto sia fondamentale la corretta cottura della pizza, o quanto sia basilare la vaporizzazione di pietanze come il cous cous o la cottura di determinate tipologie di carni.
La temperatura del cibo assume così nell’alimentazione un ruolo molto importante… Quasi di fondamento. Mangiare un alimento freddo, tiepido o caldo influenzerà il rapporto energetico che il suddetto cibo riuscirà a fornire al nostro organismo.
Come primo fattore, bisogna tenere presente che lo stesso sostentamento vitale richiede calore, il nostro stesso corpo, per progredire nel tempo, si avvale di processi vitali interni che riescono a mantenersi solo ed esclusivamente grazie a specifiche temperature (quindi grazie all’aumento della temperatura interna del nostro corpo: calore).
Il nostro corpo è un motore naturale perfetto e come per quanto riguarda la maggior parte dei motori, il calore interno aumenta la riserva energetica, nel caso umano: il calore viene prodotto direttamente dalla scissione degli alimenti per mezzo del processo digestivo; questo avviene metabolizzando attraverso un preciso processo di scomposizione chimica gli atomi degli alimenti.
Il calore presente dentro un ipotetico cibo servito caldo, perciò, aiuta a favorire questo tipo di processo metabolico, aumentando la quantità di energia alimentare ed infine anche la nostra stessa energia da potere infine sfruttare attraverso il movimento.
Tutto questo viene capovolto se prendiamo in considerazione un ambiente basato sulle basse temperature: col freddo i processi vitali diminuiscono, la vita si rallenta, come gli animali che scelgono la letargia per ridurre a basso consumo le proprie energie, le quali proprio a causa del gelo, diminuiscono vertiginosamente.
Gli alimenti a basse temperature rallentano il nostro metabolismo, raffreddandolo.
Se noi dovessimo sentire necessariamente il bisogno di assumere cibi freddi (per periodi prolungati di tempo), significherà che da qualche parte nel nostro metabolismo, vi è un eccesso di produzione di calore; da cosa dipende però questo eccesso di calore?
La risposta è semplice: probabilmente la nostra dieta attuale è sovraccarica di cibo ipercalorico, ed i cibi maggiormente coinvolti in questo genere sono chiaramente i cibi ricchi di grassi, i quali sono a loro volta i diretti responsabili della produzione di calore interno.
In molte popolazioni del Mondo, sono rimaste d’uso e costume comune, diete che venivano utilizzate un secolo prima; se prendiamo in considerazione un piatto tipico Lombardo come il risotto allo zafferano con gremolada ed osso buco (mhmm…che buono), possiamo presto giungere alla facile conclusione di quanto questa tipica ricetta utilizzata un tempo dai contadini Milanesi per sopperire al freddo invernale ed alla mole di lavoro che dovevano affrontare quotidianamente sui campi (magari zappando terra tutto il giorno), sia in realtà per la vita odierna di ognuno di noi, un cibo ipercalorico e non proprio salutare.
Per questo motivo, molto spesso, quando consumiamo un cibo molto calorico, sentiamo necessità di raffreddare in un secondo istante il nostro organismo, magari tramite l’assunzione di bevande fredde.
Non sempre questo sarà un toccasana, la maggior parte delle bevande come bibite gassate, integratori di sali minerali, succhi di frutta o cocktails, contengono molti zuccheri raffinati, i quali, vanno a braccetto con i grassi appena ingeriti presenti nel gustosissimo piatto pieno di grassi saturi appena consumato; ma perché zuccheri e grassi assieme sono così pericolosi?
E’ prevalentemente una questione di cellule, esatto, per farla molto breve il grasso verrebbe immagazzinato in quantità minori all’interno del nostro corpo se non accompagnato dallo zucchero.
Gli zuccheri raffinati (come quello bianco presente in ogni bar ed in ogni abitazione del mondo), sono molto subdoli nei confronti delle nostre cellule, questo perchè chimicamente agiscono su di esse rendendole dei veri e propri magazzini per le sostanze nutritive, in questo caso magazzini dei grassi saturi.
Ogni volta che ingeriamo dello zucchero, quindi, le nostre cellule vanno in ritenzione delle sostanze di cui ci stiamo nutrendo e, se la nostra dieta non è ben bilanciata, ma anzi è prevalentemente sbilanciata sulle sostanze grasse, queste finiranno dritte all’interno delle nostre cellule, entrando così a far parte del nostro metabolismo.
Consigliamo pertanto di seguire una dieta equilibrata, composta anche da grassi insaturi (solitamente di origine vegetale) e, se proprio non possiamo farne a meno, cercare di consumare i cibi più calorici isolandoli il più possibile, ad esempio se la cena è molto calorica, evitando il dolce oppure evitando l’accompagnamento di bevande zuccherate e così via.